Storie vere. Gesti semplici. Una sola cura. La responsabilità.

 

L’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus non è finita.

Basta quest’evidenza per sentire il bisogno di comunicare.

Di farlo per coinvolgere tutta la nostra comunità.

Noi di Fondazione Giovanni Lorenzini, in questo periodo così delicato e complesso, insieme a un gruppo di professionisti provenienti da settori diversi nell’ambito della Salute, Cura, Comunicazione, Sport, impegnati in prima linea in questa lunghissima fase drammatica per il nostro Paese, scegliamo di trasmettere un forte messaggio di coesione sociale e di responsabilità.

Lanciamo la compagna di comunicazione “La vita in un gesto” anche con l’importante patrocinio della Fondazione CARIPLO.

I tre  video della serie sono visibili on line sul sito della Fondazione Lorenzini, www.lorenzinifoundation.org,  come simbolo tangibile e spirito di condivisione solidale per la nostra comunità.

Le storie che abbiamo scelto, raccontano il quotidiano di ognuno di noi. Protagonisti di una scena a cui tutti apparteniamo. A dimostrazione del fatto che la responsabilità individuale diviene collettiva perché riguarda tutti, nelle diverse fasce d’età, nessuno escluso.

Il primo episodio vede come protagonista un nonno, di una famiglia composta da otto persone che, violando le restrizioni, non hanno rinunciato a festeggiare il Natale tutti insieme. Ciò ha comportato dei seri rischi per tutti e a risentirne, in questo caso, sarà proprio il nonno. Il finale rivelerà però il messaggio di speranza: il rispetto delle norme e delle buone pratiche – in questo caso il distanziamento sociale – ha permesso di evitare l’esito infausto della malattia e del ricovero in terapia intensiva.

Il secondo episodio racconta la vicenda di una giovane donna che, sovrappensiero, si reca al supermercato per comprare qualcosa di essenziale. Non sembra preoccuparsi delle norme di igienizzazione ben segnalate all’interno del supermercato e completa la sua spesa. Un serie di banali gesti la porteranno a contrarre il Coronavirus e a trovarsi ricoverata in ospedale. Per via di complicazioni respiratorie la paziente dovrà indossare il casco CPAP. Anche in questo caso il finale rivelerà che rispettando le norme sarà possibile ridurre il rischio di contagio, così da permettere alla protagonista di respirare all’aria aperta, al parco dopo una seduta di ginnastica.

Il terzo video, a conclusione del trittico, svela una chiave di lettura inedita e positiva. I protagonisti sono adolescenti, giovani atleti a cui è stata negata la possibilità di praticare sport, vivere all’aria aperta e stare insieme.

Giovani che si sono sentiti soli, nel loro isolamento forzato. Ma questo sentirsi soli è stato in realtà un sentimento condiviso, che li rende parte di una collettività più ampia. Ebbene il terzo video porta con sé il messaggio che insieme, facendo squadra, si possa superare un momento così complesso.

Il rispetto delle regole e l’isolamento diventano gli strumenti attraverso i quali i giovani combattono il virus, e, attraverso la metafora del remare insieme, ogni sfida diventa superabile.

Perché infine le tre storie hanno una solo cura: proteggere se stessi e gli altri, con gesti semplici, quotidiani e necessari.

Auguri a tutti !

Fondazione Giovanni Lorenzini

Si ringraziano, con sentita ammirazione per la collaborazione:

ASST – Spedali Civili di Brescia
www.asst-spedalicivili.it

Croce Bianca di Brescia
www.crocebiancabrescia.org

Società Canottieri Esperia Torino
www.esperia-torino.it

Emanuele Bergamin, campione italiano di canottaggio

Si ringraziano per la generosa disponibilità dei componenti del comitato del Progetto: Alessandro Sinyus, Francesca Zonca,   Eleonora Bosco, Francesco Broccolo, Chiara Caccamo, Carlo Centemeri, Marco Di Liberto, Eleonora Diquattro, Daniela Giudice,  Silvia Rinaldi, Pier Luigi Spada, assieme a tutti coloro che hanno lavorato con passione a questo progetto.

22 Dicembre 2020 – 31 Marzo 2021

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